Pressione alta

Importante scoperta circa la pressione alta: un gruppo di ricercatori, infatti, è riuscito a trovare quelli che si possono definire periodi critici, ovvero gli anni in cui il cervello comincia a risentire in modo pericoloso dell’ipertensione. Quindi, si può finalmente comprendere meglio quale sia l’età in cui è importante cominciare a mettere in atto delle misure precauzionali.

Al giorno d’oggi, ci sono vari sistemi tecnologici che permettono di tenere sempre monitorata la pressione sanguigna. Ad esempio, esiste una vera e propria app per device mobili, che consente di misurare la pressione sistolica, quella diastolica e la frequenza cardiaca. Il mondo delle app ha ormai coinvolto qualsiasi settore nello sviluppo tecnologico. Pensiamo, ad esempio, al gioco d’azzardo, con tanti siti italiani legali di bingo online a cui si può accedere anche direttamente tramite il proprio smartphone in men che non si dica e senza dover ogni volta inserire le proprie credenziali.

Pressione alta, ecco la nuova ricerca che arriva da Londra

Un’importante ricerca che arriva dal Queen Square Institute of Neurology della University College London, che ha trovato poi spazio sulla ben nota rivista “Lancet Neurology”, ha messo in evidenza un aspetto molto importante circa la pressione alta. Ovvero, è riuscita a individuare quei periodi critici della vita di una persona in cui la pressione alta può provocare i maggiori danni al funzionamento del cervello.

Secondo tale ricerca, una volta compiuti i trent’anni, è molto importante tenere sempre sotto controllo la pressione arteriosa, in maniera tale da poter gestire eventuali emergenze e garantire un adeguato livello di protezione al cervello.

Stando a quanto è stato scoperto da parte dei ricercatori, infatti, pare che la finestra migliore per mettere in atto delle misure precauzionali contro la pressione alta, proteggendo quindi il cervello, sia quella che va dai 30 fino ai 50 anni di età.

I risultati che sono stati ottenuti da questa nuova ricerca hanno messo in evidenza come potrebbero davvero esistere dei periodi più critici nella vita di una persona, ovvero nella finestra dai 30 fino ai 50 anni, in cui la pressione alta comincia a fare dei danni. In modo particolare, va a rendere più veloce lo sviluppo di problematiche del cervello.

Lo studio ha coinvolto oltre 500 persone che sono nate nel 1946: l’obiettivo del gruppo di ricercatori era quello di collegare la pressione alta riscontrata nella prima metà della vita dei partecipanti con i successivi danni ai vasi sanguigni che sono insorti, così come alla diminuzione delle dimensioni del cervello.

Tutti coloro che hanno preso parte a questa ricerca sono stati sottoposti a numerosi esami della pressione sanguigna, oltre che a scansioni del cervello. È stato rilevato anche come la pressione alta, nelle persone che vanno da 36 fino a 43 anni, ha uno stretto legame con la diminuzione delle dimensioni che subisce il cervello.

Il cervello si restringe più velocemente nei soggetti che soffrono di ipertensione

Complessivamente, i ricercatori hanno capito che, con il trascorrere degli anni, il cervello di ogni persona chiaramente diventa più piccolo. Cambia, però, la rapidità e il momento in cui tale processo si verifica. Ad esempio, nei pazienti colpiti da patologie neurodegenerative, come ad esempio la demenza vascolare, sembra che tale processo di restringimento intervenga prima che tali malattie insorgano.

Secondo gli scienziati, quindi, tutti coloro che soffrono di pressione alta nella finestra critica, ovvero tra 30 e 40 anni di età, potrebbero fare i conti con una maggiore rapidità nello sviluppo di danni al cervello e, di conseguenza, anche del processo di restringimento.